Una ragazzina trema per il freddo
Sulla pista che porta da Ouahigouya a Baobané, l’autista Thierry mi fa notare che la placca che annunciava la presenza dell’Impresa mineraria TRUEGOLD (e che avevamo fotografato due giorni prima), non c’è più. Gli schieramenti della polizia sono però sempre presenti attorno alla “cloture” di rete metallica e filo spinato che racchiude veicoli, macchinari ed edifici della ditta. Mi dico che, molto probabilmente, e Thierry conferma con certezza, hanno tolto le placche informative per “non dare troppo nell’occhio e arrischiare di suscitare l’attenzione e l’interesse dei passanti”. E’ una mattina ventosa, la sabbia spinta dall’Harmattan, in alta quota, copre il cielo. Non c’è sole. Fa fresco e una ragazzina che segue il sostegno scolastico, seduta nel banco contro la parete di fondo, trema per il freddo. Indossa solo una camicetta color giallo chiaro, sporca e bucata. L’animatore-docente di sostegno Aziz sta disegnando alla lavagna un maiale, un porco bello grasso. Titolo della lezioncina, scritto con il gesso verde, “Le porc”. I bambini piccoli del CP (“Cours préparatoire”), lo devono disegnare. Sulla lavagna di destra il testo di una breve narrazione. Gli allievi più grandi, del CE e CM (“Cours élémentaire” e “Cours moyen”), sono invitati a leggere il testo. L’animatore inizia l’attività di sostegno con i ragazzi più grandi e dimentica i piccoli che assistono passivi alla lettura. Titolo del testo: “Les parents de Valère”. Il testo parla di allevamento di polli…il padre di Valère li alleva e Valère lo aiuta… Seguo la lezione con interesse. Aziz opera con discreta abilità didattica: lascia leggere silenziosamente gli allievi prima di proporre due volte la sua lettura-modello con buona e forte dizione. Fa leggere ad alta voce, a turno, gli scolari che segnano con un’asticella, sulla lavagna, parola per parola. Verifica la comprensione. Fa partecipare tutti. Usa continuamente la loro lingua madre (il moré) e passa regolarmente dal francese al moré e viceversa. Sono sorpreso in positivo rispetto ad altre mie visite in passato. Gli allievi leggono tutti abbastanza bene, dimostrano di capire ciò che leggono (aspetto sorprendente visto il tipo di apprendimento spesso mnemonico e passivo in molte scuole qui in Burkina). L’animatore sorride spesso e interviene in modo pertinente. Anche il secondo animatore, di cui seguo pure la lezione in seguito, se la cava discretamente, nei limiti del contesto e tenuto conto che non ha fatto nessuna formazione magistrale. Alle lezioni ha assistito anche il Coordinatore pedagogico di Zoodo e mi rendo conto che, didatticamente, è competente e la sua assistenza agli animatori sta dando alcuni frutti positivi. Rientro a Ouahigouya verso mezzogiorno. Attraversando la città mi interrogo, mi chiedo cosa sia cambiato, dal 1995 (data del primo viaggio) ad oggi, qui al nord del Burkina, nella città di Mariam. Qualche strada catramata in più, l’invasione dei Natel e dei relativi chioschi, “AIRTEL” e altri, per le ricariche (“les unités”). Un paio di stazioni di benzina, qualche negozio di alimentari e un paio di banche in più. L’espansione dei quartieri alla periferia della città. L’aumento delle moto e motorette più che delle auto qui al nord, contrariamente alla Capitale. La qualità dell’aria non è certo migliorata. Nelle strade però ora si vedono, ogni giorno, gruppi di donne, pagate dalla municipalità, che raccolgono rifiuti e, in particolare, gli invadenti sacchetti di plastica nera. Ci sono alcune biblioteche, crescono gli asili nido, nascono nuove scuole, il tasso di malati di AIDS, mi dicono che è diminuito, ma lo sviluppo demografico è ancora molto alto. La povertà, per la maggioranza della popolazione, mi sembra sia la stessa. I carretti trainati dagli asini sono sempre parecchio numerosi. Le statistiche ufficiali danno, per il Burkina, negli ultimi anni, una crescita significativa del PIL. Se così fosse, c’è da chiedersi a chi, tale crescita, ha beneficiato… Sono le 21.00, la musica del piccolo bar della strada qui fuori continua a suonare musiche e canzoni arabe, come fa, tutte le sere, fino a tarda notte.
Franco Losa
22 gennaio 2015, Ouahigouya