Non solo la sorella di…
La terra degli uomini integri: questo significa il nome Burkina Faso. Il paese dell’Africa Occidentale, grande 6 volte la Svizzera, uno dei più poveri al mondo, è anche uno dei più ignorati dai media, salvo quando assurge alla cronaca per i micidiali attentati di matrice islamista, come all’inizio del 2016 o nell’agosto del 2017 quando i terroristi colpirono un hotel e poi un ristorante nella capitale Ougadougou, facendo decine di morti. Il nome che porta tutt’oggi questo paese, ai tempi si chiamava Alto Volta, glielo diede Thomas Sankara, uno degli eroi dell’indipendenza e della lotta anti coloniale africana. Sankara in Africa è popolare quanto Patrick Lumumba o Nelson Mandela: lui avviò una vera rivoluzione popolare e democratica, guidò uno dei rari governi trasparenti e democratici della storia del continente. Thomas Sankara venne però ucciso il 15 ottobre del 1987 in un golpe condotto dal suo vice Blaise Compaoré, che guidò poi il paese con pugno di ferro e con il sostegno di americani e francesi. Per parlare di Burkina Faso, delle sfide del paese, ma anche di Thomas Sankara, Laser ospita Blandine Sankara, sorella del presidente ma soprattutto donna impegnata oggi nella decisiva battaglia per l’indipendenza alimentare. La sua ONG Yelemani (sostenuta anche da “Beogo”, Gruppo Ticinese di Solidarietà con il Burkina Faso) si prefigge di affrancare il paese dalla dipendenza dall’estero, ma pure di cambiare le mentalità che creano dipendenza e di riflesso povertà e flussi migratori. Un ritratto con una donna coraggiosa, militante e decisa a dar battaglia.