Il sostegno scolastico funziona molto bene
Diario “oggettivo” delle attività svolte
Mattino (9.00-12.00)
Discussione-definizione, con l’équipe di Zoodo, del programma di soggiorno a Ouahigouya (v. allegato)
Preparazione delle buste per “les enveloppes surprise” da proporre nei vari villaggi
Pomeriggio (14.00-18.00)
Incontro di riflessione-formazione con l’équipe di animatori di sostegno scolastico:
Definizione e senso del sostegno scolastico;
Organizzazione pratica (tempi, ritmi, no. di allievi, iscrizione alla scolarità, pratiche amministrative, ruolo e incontri con i genitori, incontri con i docenti titolari di classe, valutazioni);
Difficoltà, limiti, problemi;
La situazione è stata animata in forma di simulazione, coinvolgendo in prima persona Alice come se lei fosse totalmente allo scuro di obiettivi, senso, organizzazione, difficoltà/problemi del sostegno. Gli animatori sono stati invitati a rivolgersi direttamente ad Alice come se lei non conoscesse niente del sostegno e dovessero illustrarle e spiegarle i vari punti/obiettivi (1,2,3). Alice, in parallelo, è stata investita del ruolo dello “scettico” che doveva porre agli animatori tutte le domande di comprensione e le critiche che emergevano dalle spiegazioni dei vari animatori e del Coordinatore.
La riunione è risultata molto proficua e utile. La discussione molto animata. I problemi posti molto pertinenti ed Alice è riuscita molto bene a sollecitare gli animatori. Tutti si sono coinvolti attivamente come raramente avveniva gli altri anni. Si è discusso, in particolare, della situazione del sostegno a Wabdigré. I due nuovi animatori (Sidi -Diploma universitario in storia e archeologia – e Aissa -Diploma universitario in Archivistica -) si stanno dimostrando molto impegnati, regolari al lavoro, e, a detta di Mariam, del Coordinatore, dei genitori e di loro stessi, il sostegno scolastico funziona molto bene contrariamente allo scorso anno. Alice riferirà direttamente al comitato.
Si è deciso di svolgere un altro momento-incontro di riflessione-formazione domani nel pomeriggio (venerdì 18.01.).
Note “soggettive” dal Burkina
Ritorno a Ouahigouya…
Ouahigouya, la città sede dell’Associazione Zoodo di Mariam Maïga, ONG nostra partner, è la quarta città del Paese.
Il numero dei suoi abitanti, dagli 80-90 mila di vent’anni fa, è salito oggi, con i dintorni, a 160-170 mila: è dunque più che raddoppiato, così come quello del Burkina Faso che, dagli 8-9 milioni, è passato a più di venti!
Lo sviluppo demografico dell’Africa e dei Paesi del Sahel, è impressionante.
Entro il 2050, i demografi prevedono che la popolazione dell’Africa passerà dagli attuali 1,3 ai 2,4 miliardi!
Il solo Sahel, da 65 a 400 milioni!
Arrivando dalla capitale Ouagadougou, rispetto al passato, la città “ti viene incontro”. Qualche chilometro prima di raggiungerne il cuore (che, in realtà, è una via di negozi, negozietti, banche, bancarelle, sedi delle varie compagnie di telefonia, molto trafficata), noti come si sia estesa a sud, abbia allungato i suoi tentacoli verso i terreni non ancora lottizzati. Vent’anni fa le sue strade erano tutte di laterite, non ancora catramate. Ora, il catrame l’ha raggiunta coprendone le poche arterie principali che, però, hanno ri-assunto il color terra arancione, quasi a significare che, malgrado certi cambiamenti portati dalla modernità, la città, ostinatamente, mantiene il suo carattere rurale. In effetti, tanto sulle arterie principali, che in quelle secondarie, incontri spesso, tutt’oggi, pecore, capre, montoni o mandrie di buoi che si infiltrano nel traffico.
Cosa è cambiato? C’è una nuova grande chiesa cattolica. Un nuovo ospedale pediatrico di qualità. Ci sono più banche, stazioni di benzina, negozi di alimentari con prodotti occidentali, un paio di panetterie-pasticcerie, numerose sedi di compagnie telefoniche e molti punti vendita per ricaricare il telefono portabile “pour mettre des unités dans le portable”, ci dicono gli amici del luogo. In molte case sono apparsi i televisori e i computer. I mussulmani continuano a pregare nelle strade alle varie ore del giorno. Il terrorismo integralista è giunto alle porte della città. La provincia dello Yatenga è considerata zona rossa, a rischio, tanto dalla Confederazione Svizzera che dal Governo burkinabé che, il 31 dicembre 2018, a seguito di vari attentati nel Paese, l’ha dichiarata, come altre dodici province, zona ad alto rischio.
In vent’anni, comunque, noi abbiamo incontrato solo gente ospitale; gli amici burkinabé ci hanno sempre accolti con calore e disponibilità. Il colore della laterite, che ogni giorno ti copre vestiti, mani e volto, ci è entrato nel cuore, regalandoci amici e gratitudine quotidiana.
Franco Losa, giovedì 17 gennaio 2019