Le matin on salue tantine…

Mattino: visita alla garderie di Ouahigouya Arrivo alla garderie verso le 8.30. I bambini sono all’esterno, in giardino. In fila ordinati davanti alle latrine. Ad uno a uno entrano nelle latrine, fanno la pipì e poi, in un vassoio, si lavano le mani. In totale nelle tre sezioni (petite, moyenne, grande section) sono, mi dice Haoua, animatrice della section moyenne, 57. Rientrano nelle rispettive aule in fila, agganciati uno all’altro, cantando, come facevamo anche noi, da piccoli, all’asilo: noi cantavamo “questa è la storia del serpente che vien giù dal monte, per ritrovare la sua coda, c’egli perse un dì…, ecc…”. Seguo dapprima l’inizio delle attività mattutine nella “section moyenne”, quella gestita da Haoua Ouedraogo, ragazza (ora madre di un bel bambino, Amza) padrinata per anni da Bea e Mario Canevascini. E’ una bella soddisfazione vedere come Haoua accoglie i bambini, si pone con bella presenza e convinzione di fronte al gruppo seduto sulle seggioline di lamiera. Marca l’inizio della giornata richiamando, con il canto, le varie regole di comportamento (ad es. …le matin on salue tantine…, on salue les copains…, on écoute attentivement, ecc…) che i bimbi ripetono con un tono di voce adeguato. Ho una certa esperienza di visite e assistenza con le studentesse della sezione piccola infanzia, maturata in Magistrale per anni. Provo gioia, dunque, nel costatare come Haoua, che anni prima avevo conosciuto come molto timida, ora riesca ad assumere il suo ruolo di maestra di scuola dell’infanzia in modo convinto e valido, nei limiti del contesto specifico. Apprezzo in modo particolare il fatto che è attenta all’espressione orale di ogni bambino, li fa ripetere, precisare, a volte li corregge riformulando a più riprese; appare convinta e disponibile nei loro confronti. (Osservazione in merito all’espressione orale di molti adulti e, purtroppo, anche, in genere, degli animatori del sostegno, anche dopo aver concluso una formazione universitaria. Essi si esprimono quasi sempre a bassa voce, in modo poco chiaro, “mangiando” le parole; la loro espressione lascia quasi sempre a desiderare, perlomeno quando si rivolgono a noi bianchi (è forse proprio per tale motivo? Hanno un timore referenziale costruito sin dalla colonizzazione?…). Mi sono anche spesso chiesto se ciò, magari, dipenda dalla loro formazione, dal fatto che a scuola, in Burkina, più che l’espressione, visto l’alto numero di allievi e l’insegnamento trasmissivo e subito, venga esercitata la ripetizione passiva e la sottomissione. L’ubbidienza più che l’espressione e l’autonomia.) In seguito Haoua propone la prima attività del giorno: la “scoperta” e la descrizione dei frutti. Chiede ai bimbi di dire quali frutti conoscono, quali caratteristiche hanno. Quando qualcuno si esprime o risponde correttamente, li complimenta, li incoraggia, chiede a tutto il gruppo di applaudire (…il rinforzo positivo è dunque molto presente e continuo…, l’intenzione di alimentare l’autostima del bambino evidente, con il rischio di inflazionare i rinforzi che, come si sa, se troppo frequenti, perdono di impatto e valore). E’ comunque un modo lodevole di sostenere i bambini, specie se si pensa a come, molto spesso, sia genitori che insegnanti, qui in Burkina – da noi si corre spesso il rischio contrario, e cioè quello di considerarli dei “bambini re” portandoli a divenire dei “piccoli dittatori…” -) li squalificano spesso, li picchiano, li maltrattano, non li considerano nei loro diritti. Dopo l’attività centrata sulla scoperta dei frutti e sulle corrispondenti espressioni orali, Haoua organizza la classe a gruppi. Un gruppo lavora liberamente con i nuovi blocchi di legno colorati; uno dispone di una lavagnetta e dei gessi per disegnare; un terzo di un muccio di animali o porsonaggi in “peluche”, un quarto lavora con la mediazione dell’animatrice e continua, su schede da colorare, l’attività sui frutti. Osservo con particolare interesse il gruppetto di 4 bambini che lavora, esplora, fa costruzioni con i blocchi in legno realizzati in Burkina e regalati dalla Signora Allyson (canadese, formatrice per la piccola infanzia, conosciuta grazie a Giovanni Kappenberger, che ha svolto gratuitamente con le animatrici di Zoodo, una formazione all’uso pedagogico di tali materiali). La scelta dei materiali e la loro proposta, è molto positiva. Finalmente vedo dei bambini esplorare in modo libero e stimolante dei materiali didattici ricchi di possibilità cognitive e di potenziale conoscenza fisica. Tali materiali rispettano pienamente le proposte pedagogiche di Piaget: l’intelligenza si costruisce nell’azione, tramite l’esplorazione, la classificazione logica, le relazioni topologiche e spazio-temporali (sopra/ sotto/ davanti/ dietro/ sopra/ sotto/ lungo / corto/ prima/ dopo/ classi/ sottoclassi/ quantità/ vicinanza/ distanza/ contiguità/ equilibrio, ecc…). In conclusione: l’impressione globale, qui alla garderie, è nell’insieme positiva. Di Haoua Ouédraogo (media sezione), più che delle altre due animatrici-docenti (Kini Eugénie, grande sezione e Haoua Ouédraogo2, che si chiama come l’altra Haoua, piccola sezione) ho avuto una buona impressione. Le altre due hanno pure proposto attività pertinenti, per il tipo di contesto, ma mi sono sembrate un po’ meno motivate e convinte. L’animatrice canadese aveva comunque steso un rapporto d’insieme molto positivo sulla Garderie Zoodo/Beogo “A’ Coeur joie…”. Come sempre la pulizia del giardino, pur essendo abbastanza buona, accettabile, potrebbe senz’altro essere migliore, più curata (almeno secondo la nostra visione svizzera…). I tavoli e le sedie fanno un rumore “infernale” quando sono spostati. Avevamo detto a Mariam di far rimettere le gomme ai loro piedi a nostre spese. Finora non è stato fatto. Il soffitto, in un’aula, dà segni di degrado (si vedono alcune infiltrazioni e le tracce delle termiti). Due o tre altalene in più, secondo le animatrici, sarebbero auspicabili. Un’altra serie di 300 cubi colorati andrebbe acquistata. I “peluches” vanno, a mio avviso, per motivi di igiene, eliminati. Mancano libri adatti (in cartone spesso) per i bambini della piccola e media sezione. Ore 21.35 locali, ho ucciso 5 zanzare da quando sono entrato in camera. Sono stanco questa sera. Per avere il collegamento Internet è sempre un’acrobazia!
Pomeriggio: visita non concordata, a sorpresa, alle scuole di Ouattinoma Andiamo con Thierry e Anna Vidoli, la giovane che soggiorna per tre mesi da Zoodo. Prima di arrivare, vista l’esperienza con la costruzione della seconda scuola, avevo paura di trovarmi di fronte a qualche brutta sorpresa. Ho ispezionato e vari edifici della scuola di Ouattinoma: i due edifici con le aule e il magazzino, le latrine, le cucine, l’hangar. Nell’insieme la situazione è direi piuttosto buona. Non ci sono problemi che rivelano cedimenti o problemi strutturali nell’edificio della nuova scuola; in particolare, ed era senz’altro la nostra principale preoccupazione, al tetto, alla copertura, che abbiamo dovuto rifare. Emergono alcuni problemi minori: ad es. alla serrature delle aule (cinesi…, sono rotte…), ad un paio di lavagne che rivelano alcune zone, “macchie di scrostamento”. Bene i pavimenti della nuova scuola (rifatti), alcune crepe superficiali o di leggero assestamento (vi mostrerò le foto). In un angolo posteriore del tetto, una fetta di cemento-intonaco si stacca per circa 30-40 centimentri (si può senz’altro correggere e rifare). Gli alberi attorno alla scuola crescono, ci sono alcune zone di ombra. I tre alberi di fronte al nuovo edificio non hanno attecchito. Il giardino scolastico è ben tenuto, è stato coltivato a cipolle che crescono vigorose. La “vecchia” scuola richiede alcuni lavori: i pavimenti di due aule presentano dei buchi, in un soffitto appare una macchia di infiltrazione. Su una parete esterna sono da togliere “i resti” delle due lavagne provvisorie utilizzate nella scuola sotto tettoia di paglia al momento dei lavori di ristrutturazione. Le latrine sono in ordine. L’hangar presenta crepe-scrostamenti sul pavimento. Dopo la visita agli edifici, incontro con Direttore, gruppo docenti e coordinatore. Una volta di più, ma ora sono/siamo abituato/i…, il Direttore e i docenti, dopo un saluto-ringraziamento, mi fanno l’elenco delle “doléances” (delle richieste): per la cantine chiedono di aumentare la fornitura-attribuzione di viveri; giardino scolastico richiesta di aiuti per poter aumentare la superficie; sollecitazione di aiuti per svolgere tornei con altre classi e attività sportive; richiesta di un “grillage” lungo il terreno per impedire agli animali di entrare sul terreno e per proteggere gli allievi dai pericoli della strada… (passano alcuni buoi ogni tanto e qualche gruppetto di capre…, oltre a carretti trainati da asini, qualche auto o moto di tanto in tanto…! (SIC!). C’è mancato poco che mi incalzassi… ho, però (Anna è testimone) rinviato loro decisamente la palla… spiegando che noi, di Beogo, non siamo una multinazionale della cooperazione…In altre parole ho detto loro che per i lavori all’edificio c’è disponibilità da parte di Beogo. Per le altre richieste ho fatto capire che non entreremo nel merito. Nessuna osservazione di carattere pedagogico (sugli allievi, sul funzionamento della scuola) è stato proposta. Siamo sempre in una pura logica rivendicativa. Sono stufo. Il coordinatore, non ha aperto bocca…mentre avrebbe dovuto intervenire con riflessioni qualitative, sul sostegno e la collaborazione con i titolari. E’ più “comodo” stare dalla parte degli insegnanti della scuola, che assumere la posizione, magari anche critica, nei loro confronti, richiesta da Zoodo/Beogo.
Franco
Ouahigouya 16 gennaio 2015